Le Buone Pratiche: realizzare un percorso didattico integrato

L’importanza di creare documentazione tecnica che garantisca qualità e flessibilità:

un esempio di “architettura integrale”

Gli studenti del secondo ciclo di istruzione, a partire dalle classi terze dell’a. s. 2015/16, in forza della legge 107/2015 devono obbligatoriamente conseguire un monte ore di alternanza scuola lavoro.
La guida operativa ministeriale prevede la costituzione, presso le Camere di commercio industria artigianato e agricoltura (CCIAA) territorialmente competenti, di un apposito “Registro nazionale per l’alternanza”, articolato in due sezioni, in cui sono elencati gli enti con i quali si può stipulare la convenzione. La stessa guida operativa prevede la costituzione di un CTS (Comitato Tecnico Scientifico) che dovrà avere “…. un ruolo di raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo, in relazione agli obiettivi da conseguire ….”.

Risulta chiaro l’intento di voler inserire soggetti privati, attraverso la costituzione di CTS, in scelte che riguardano la didattica, dimenticando o minimizzando la professionalità del Docente che è l’unico vero esperto di scienza dell’insegnamento. Altra incongruenza che si evidenzia scorrendo la guida operativa è quella che dà al Dirigente Scolastico la possibilità di individuare autonomamente gli enti e le imprese partner contrapponendo, a qualsiasi opinione contraria, il registro nazionale. Il ruolo di primo piano del Dirigente nella scelta, svilisce la collegialità, inficiando tutto il lavoro del collegio Docenti in primis e conseguentemente dei Dipartimenti e dello stesso CTS. Inoltre la “Carta dei diritti dello studente in alternanza” che, come prevede la legge 107, dovrebbe essere una garanzia di tutela per i giovani in formazione, non è stata realizzata a causa della solita politica del fare ad ogni costo, anche sbagliando palesemente.

La guida operativa con palese retorica pone molto l’accento sulla Cultura di Impresa. In particolare si pone l’obiettivo “…. di sensibilizzare il giovane ad una visione sistemica della società civile attraverso la cultura d’impresa, in modo da sviluppare il senso etico dell’interagire con l’ambiente economico circostante, nel rispetto delle conoscenze fondamentali dei concetti di azienda, impresa, etica aziendale e del lavoro …” scippando ad altri soggetti della collettività politica e civile il diritto alla mediazione sociale per delegarlo completamente alla responsabilità sociale dell’impresa.

La fretta con cui nel nostro paese si effettuano le riforme genera fatti incresciosi. Infatti è cronaca recente: denuncia di UdS (Unione degli Studenti): “Alternanza scuola – lavoro, studenti costretti a pagare anche 200 euro”, Il FattoQuotidiano: “Alternanza Scuola-lavoro, la denuncia degli studenti sfruttati per pulire i bagni dei ristoranti e fare volantinaggio”; Tali eventi si potrebbero eliminare semplicemente realizzando una progettualità che sappia definire i bisogni degli alunni e soprattutto sappia evidenziare le competenze raggiunte in un percorso integrato fra scuola, territorio e aziende.

Un piccolo esempio è stato concretizzato presso ITIS “G.Galilei” di Altamura, dove due classi dell’articolazione Telecomunicazioni (5At-3At) hanno completato un percorso didattico integrato di “Networking-videoconferenza in protocollo H323” e “Controllo PLC integrato con HMI avanzato”, ispirandosi alle “buone pratiche” testate nel precedente progetto “IO IN AZIENDA” (ITIS-ITG) che individuava i punti di forza nella Didattica Laboratoriale, Valutazione degli Apprendimenti, Didattica per Competenze.
In collaborazione con aziende del territorio come C.A.I. Leading Innovation, S.E.A. Automazioni e Antico Molino Artigianale DIBENEDETTO, orientati dai docenti Nicola TERLIZZI e Salvatore TRIONFO, ogni allievo ha assunto un ruolo da ”apprendista”, indirizzato da un rappresentante dell’azienda che, man mano, a richiesta dei Docenti, sviluppava le specifiche tematiche aziendali. I Docenti si sono sforzati di amalgamare finalità e aspettative degli allievi per costruire un vero dialogo fra scuola e azienda. Il punto cruciale è stato coniugare competenze e conoscenze riconosciute dai percorsi didattici con gli obiettivi aziendali comuni e condivisi, per costruire una motivazione che potesse far crescere negli utenti un potente strumento capace di appassionare, abbattendo il muro di diffidenza che i giovani hanno verso il mondo dell’impresa.
Il territorio di competenza dell’ITIS “Galilei”- Altamura è ricco di piccole e medie aziende, ambiente ideale dove per i giovani studenti è stato possibile integrarsi in una dimensione in cui si diventa spesso protagonisti e parte del processo. Tale situazione ha permesso ai ragazzi di mettere meglio a fuoco le proprie aspirazioni ed abilità che, in un contesto scolastico, non sempre sono evidenziate. In questo modo si è creata l’occasione, per l’imprenditore, di comprendere le capacità e le abilità relazionali di un giovane che in seguito potrebbe diventare un dipendente.

La creatività e la competenza acquisita dagli allievi, che avevano colto lo spirito della esperienza, ha suggerito di utilizzare come hosting uno dei loro smartphone permettendo, la realizzazione in HD, del collegamento in videoconferenza con protocollo H323 dalla sede ITIS alla la sede C.A.I. Leading Innovation. Dopo il trasferimento in azienda gli allievi, fra le altre esperienze, hanno realizzato morsetti e giunzioni di fibre ottiche. Le tematiche aziendali sviluppate presso la S.E.A. Automazioni sono state congruenti con l’azione didattiche della disciplina “Tecnologie e Progettazione di Sistemi Informatici e di Telecomunicazioni”. Dopo una simulazione di impresa con relativa dimostrazione di cablaggio di un quadro di automazione si è completata l’azione didattico-formativa con il trasferimento presso “Antico Molino Artigianale DIBENEDETTO”.
L’Antico Molino Artigianale DIBENEDETTO realizza la gestione con PLC equipaggiati di touchscreen di macchinari con tecnologia vetusta (di costruzione dell’inizio del secolo scorso) mantenendo la metodologia di lavorazione tradizionale. È stato interessante evidenziare come sia stato integrando lo stacco stilistico netto tra parte vecchia e parte nuova ammorbidito da un sapiente gioco di rimandi fra elementi affini, che contribuisce a far percepire l’intero complesso come un tutt’uno. Il leitmotiv di tutto il percorso integrato è stato: “la richiesta di diplomati tecnici e professionali tra le imprese manifatturiere italiane” che è in crescita nonostante il difficile momento congiunturale. Un conforto si è avuto dall’analisi dei dati del progetto Excelsior di Unioncamere da cui si evince che nel comparto meccanico si è passati da una domanda di 14.840 persone del 2009, ai 22.660 del 2010. Per i comparti che interessano l’ITIS la situazione è analoga, aumenti si registrano tra le imprese elettrotecniche (dai 7.790 tecnici ricercati un anno fa, agli attuali 10.460), tra quelle chimiche (dai 1.720, ai 2.410), persino il settore che negli anni ha registrato una grossa crisi come il tessile – abbigliamento – moda subisce un incremento (dai 1.410, ai 1.620). Analizzando tali numeri i ragazzi hanno tirato la conclusione che gli Istituti tecnici dimostrano la capacità di fornire concrete opportunità occupazionali ai giovani, sfatando il luogo comune dell’inutilità dell’istruzione.
Un augurio personale a tutti i nostri giovani: “Fai crescere con noi le tue competenze e trasforma le tue passioni in opportunità professionali”.

Ing. Nicola Terlizzi